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In anteprima per Mamma! l'intervista a Daniele Luttazzi sul caso Vauro e non solo

Non esiste una satira accettabile e una non accettabile

Il comico: "c’è un aumento del senso di offesa perché la gente non è più abituata al linguaggio satirico e una satira che non sferza non è satira, è altra cosa".
15 aprile 2009 - Pia Fraus

luttazzi

Satira? Ma che ne sappiamo noi di satira. Questa è vera satira: Gasparri e Cazzola che fanno battute che vorrebbero essere spiritose, Follini che prende posizione tentennando, il Pd che dorme e, ciliegina sulla torta, Vespa che da' del privilegiato a Santoro. No, neanche Vauro avrebbe saputo far di meglio.

Sentiamo che ne pensa un illustre epurato dalla televisione di Stato, Daniele Luttazzi, sul cui capo l’editto bulgaro pesa ancora.

Non esiste una satira accettabile e una non accettabile. L’unico giudice è l’autore. Nel momento in cui metti un paletto alla satira, metti un paletto alla libertà di espressione. Questo vale in generale. Bisogna che i dirigenti televisivi e i politici se lo mettano in testa. Altrimenti non se ne esce. Io capisco che stiamo retrocedendo nell’immaginario collettivo, la gente sta introiettando tutta una serie di censure che vengono imposte dal potere, fondamentalmente...

Come dire: c’è chi si indigna per noi, chi si offende per noi...

C’è un aumento del senso di offesa perché la gente non è più abituata al linguaggio satirico. In una vignetta non puoi distinguere la forma dal contenuto, perché una satira che non sferza non è satira, e altra cosa. E d’altra parte, perché l’unico giudice deve essere - fatta ovviamente eccezione per la calunnia e la diffamazione - l’autore satirico? Perché l’autore satirico fa cose che fanno riflettere prima di tutto lui. Allora perché un altro deve intervenire e dire no questo tipo di espressione tu non la puoi avere. Qual è il criterio?

Più che il criterio qui c’è una scusa: la televisione pubblica

Benissimo, ma non stiamo parlando di una trasmissione per bambini. È per un pubblico adulto e io da adulto voglio poter giudicare di testa mia. Questo purtroppo in Italia non ti viene più permesso, il prodotto televisivo deve essere omogeneizzato, pastorizzato dico io, come vogliono loro. Dopodiché tutto si tiene, come sai e dunque torniamo all’editto bulgaro famoso, dove il corollario è Berlusconi che diceva ”se questi tre cambiassero, nulla in contrario, ma siccome non cambieranno non potranno andare in televisione”.... Insomma non può essere la politica a decidere.

È un paradosso, visto che è la politica che gestisce la televisione pubblica

È questo il guaio. La televisione pubblica è in mano alla maggioranza di governo che la utilizza così ...

Vero, però...onestamente, a questi livelli ....

La televisione pubblica viene usata dalla maggioranza che è al governo per fare pressione, per avere altre cose e quindi si cercano i pretesti. Questo è un pretesto. In questo momento devono essere fatte le nomine della Rai ed ecco fatto. L’Italia da questo punto di vista è un paese che ha fatto enormi passi indietro. Ci vorranno anni per recuperare. All’estero non è così. Basta vedere la Francia, la Spagna dove la satira è libera.

Il concetto mi sembra quello cui aveva accennato prima: stiamo parlando di programmi per adulti in grado di decidere che cosa vedere e che cosa non vedere

La satira è per adulti e quindi un adulto da casa deve poter decidere. Nel momento in cui glielo impedisci comprimi due liberta: quella di espressione dell’artista e quella del pubblico di poter vedere e scegliere.

Luttazzi ha chiuso con la tv o la tv ha chiuso con lei?

Io faccio i miei monologhi in teatro, perché dalla televisione nessuno si fa vivo, nonostante abbia detto varie volte che avrei idee e progetti per programmi tv. C’è una specie di ”conventio ad excludendum” per cui non vengo neanche più citato nei giornali quando si parla di ”editto bulgaro”! La satira o è dissacrante, o non è. Se vogliono qualcosa di edulcorato è ovvio che non vogliono satira. E infatti non a caso la satira esplicita in televisione non c’è più, c’è quella allusiva che non indica nomi e cognomi, o responsabilità. È il caso della vignetta di Vauro: è ovvio che il terremoto non è colpa del governo. Però è colpa del governo aver proposto, neanche una settimana prima, il piano casa che prevedeva tra l’altro lo scioglimento di tutta una serie di vincoli e di normative anche in zone sismiche. Adesso non ne parlano più, ma la vignetta di Vauro alludeva a questo tipo di situazione, additava una responsabilità precisa. È un governo di incapaci, basti guardare come trattano i corrispondenti dei giornali stranieri che parlano - male - di noi. Roba da dittature sudamericane. Nel programma di Santoro le voci hanno un loro spazio di libertà che diventa insopportabile perché c’è terra bruciata intorno. Nella loro coscienza civile gli italiani non avvertono che nel momento in cui si tappa la bocca a un giornalista e a un giornalista satirico come Vauro si tappa la bocca a tutti. Hanno perso la consapevolezza dei propri diritti di cittadini. Ce l’hanno fatta: dopo venti anni gli italiani non sanno più che nascono con dei diritti.

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