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Nei corridoi del "Righi" di Cesena una semplice domanda scatena una battaglia di laicita'

La verità vi farà liberi, ma solo se piace al prof di religione

Una letterina piccata di don Stefano Pasolini fa scattare la sospensione per il collega di matematica Alberto Marani. La causa è un sondaggio sull'ora di religione, con l'88.7% degli studenti che confessa la sua noia per i sermoni.
3 giugno 2009 - Ulisse Acquaviva

Tutto e' iniziato come un semplice sondaggio di opinione, e gia' questo la dice lunga sulla sfrontatezza del personaggio in questione, un prof di matematica e fisica che osa avventurarsi in un terreno di competenza esclusiva del premier.

La domanda era semplice e sovversiva al tempo stesso: "se la scuola attivasse la materia alternativa, quanti la sceglierebbero"? Ma nei corridoi del liceo scientifico "Righi" di Cesena questa rilevazione ha assunto i toni del sacrilegio. O della lesa maesta'?

Il prof Alberto Marani, infatti, non e' stato sospeso dalle sue funzioni per blasfemia, ne' risulta scomunicato o sanzionato dalla Chiesa Cattolica, o indagato per vilipendio della religione di stato, bestemmie davanti agli studenti, riti satanici e messe nere in palestra con sacrifici umani di giovani studenti. Tutto questo non c'entra. E' solo una questione personale tra lui e il prof di religione.

Con una letterina piccata spedita all'Ufficio Scolastico Regionale don Stefano Pasolini e altri colleghi di religione hanno sostenuto che Marani "avrebbe offeso, con quel questionario, il collega di religione", cioe' lo stesso Don Pasolini.

E allora vediamoli questi numeri "offensivi": tra i 70 studenti delle tre classi di Marani, se ci fosse possibilita' di scegliere l'11,3 % sceglierebbe la Religione Cattolica e l'88,7% una materia alternativa (23,9% Storia delle religioni; 64,8% Diritti umani).

Se fossi nei panni di don Stefanino anch'io sarei molto offeso. E' piu' che probabile che il meraviglioso e affascinante messaggio di Gesu' Cristo non c'entri niente con questo sondaggio, e che il voto degli studenti rifletta piuttosto la noia mortale delle sue lezioni che rende preferibile ai suoi sermoni perfino la storia delle religioni.

Ma benedetto prete, dobbiamo insegnarti proprio noi a leggere il Vangelo? Immagina se Gesu' Cristo davanti agli sputi avesse cominciato a riempire tonnellate di papiri per denunciare le offese ricevute scrivendo al Sinedrio, ai Farisei, a Ponzio Pilato e agli altri sapienti dottori della legge: il cristianesimo sarebbe stato ucciso dalla burocrazia.

E allora caro Don Stefano, goditi le offese del tuo collega come la meritata medaglia dei santi, e aggiungici anche anche la sonora pernacchia che ti facciamo dall'alto della montagna su cui Cristo ha proclamato la tua beatitudine: "Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi".

Se non volevi gli insulti e le persecuzioni, la prossima volta fatti furbo: non entrare in seminario, ma fai carriera nell'Opus Dei. Cosi' sei anche sollevato dal voto di celibato, e anziche' nelle scuolette di provincia ti trovano un bel posto in universita'. Ma se dedici di restare prete, facci un bel favore. Tieniti le offese vere o presunte che siano, accumula crediti in paradiso con rispettoso silenzio e soprattutto non scassare la minchia ne' agli studenti, ne' ai tuoi colleghi ne' a noi. E che Dio te ne renda merito.

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