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Quanto sangue vale una notizia? Dipende da chi e' che lo versa

Va bene i bombardamenti, ma menare il premier e' troppo

In democrazia tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, ma non di fronte alla violenza
14 dicembre 2009 - Ulisse Acquaviva

Mi sono rotto un incisivo sbattendo il mento sul bordo della vasca da bagno con uno scivolone. La mia solidarieta' con chi subisce traumi da dentista e' totale e incondizionata, ma per me i denti sono tutti uguali. E allora non capisco perche' sui giornali due denti del premier valgono di piu' di tutti i denti spaccati in silenzio nelle carceri, nelle caserme, negli scontri tra polizia e cittadini.

Per uno strano meccanismo di "quotazione" delle notizie, piu' ci si allontana dal centro del potere, piu' la morte e la violenza perdono interesse. Mi sembra ingiusto che nel mio paese la violenza contro il capo d'Italia causata da un'impeto di follia debba suscitare piu' sdegno della violenza di gente che si dichiara sana di mente ma ha lasciato per terra 80 feriti e 3 prognosi riservate per arrestare 93 innocenti nella scuola Diaz di Genova, ne' mi spiego le ragioni per cui il sangue delle migliaia di persone morte in Iraq a causa della guerra ormai non fa piu' notizia, mentre la rottura del setto nasale di un potente diventa una emergenza nazionale e globale.

Sul sito web del Fatto Quotidiano, Gomez e Travaglio si augurano che il picchiatore di Berlusconi venga punito con "assoluta severita'". Io invece mi auguro che non venga trattato piu' severamente di chi tira un oggetto in faccia a un signor nessuno, e che la sua posizione non venga aggravata solo perche' il sangue che ha versato era sangue "nobile" e non sangue qualunque.

In questo caso il copione sarebbe simile a quello gia' visto a Genova: se da incensurato sfasci una macchina nella trasferta della tua squadra del cuore hai fatto una ragazzata e puoi contare sulle attenuanti generiche e sulla sospensione condizionale della pena, ma se quella macchina la sfasci al G8 perche' sei incazzato contro i potenti allora lo Stato accende a comando l'"assoluta severita'", tira fuori dal cassetto il reato di devastazione e saccheggio, ci aggiunge l'aggravante dell'associazione a delinquere, e chiede fino a 15 anni di carcere bloccando la prescrizione che invece tocchera' ai picchiatori in divisa di Bolzaneto e della Diaz.

E la massima severita' diventa massima ingiustizia, che colpisce in modo diverso persone che hanno commesso gli stessi atti e addirittura premia chi era dalla parte giusta anche se ha commesso atti peggiori, cioe' chi non ha spaccato macchine ma teste umane, e lo ha fatto indossando una divisa che gli ha garantito prescrizione e impunita'.

Per questa ragione mi auguro che la legge dei tribunali sia ancora uguale per tutti, che tutti i denti rotti e i nasi spaccati siano trattati allo stesso modo, e che la legge morale ci permetta di distinguere tra chi combatte la violenza sempre, comunque e contro chiunque e chi invece difende soltanto i propri amici e la propria casta di potenti, mentre gli altri possono anche crepare senza troppi problemi.

In questa vicenda ha il diritto di parlare solo chi non ha le mani sporche di sangue. Il governo stia zitto e pensi alle sue mani sporche di sangue italiano, afghano e iracheno  versato da persone innocenti. La sinistra al caviale faccia un minuto di silenzio ricordando l'aggressione alla serbia e il sangue versato dalle bombe a grappolo Nato lanciate sul mercato di Nis il 7 maggio 1999 col beneplacito di Massimo D'Alema, 

Ma io non ho niente a che fare con loro, e quindi posso parlare senza ipocrisia: Presidente, le esprimo tutta la mia personale solidarieta'. So per esperienza quanto fa male un colpo sui denti. Ora che lo sa anche lei, lo spieghi ai vertici della Polizia di Stato, e ammorbidisca un po' i manganelli. Gli incisivi di tutta Italia la ringrazieranno con gioia.

 

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