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Libri

MANGA - Bugie e affari: il fumetto premonitore

Recensione del manga di Rokuro Haku "No alla guerra, no al nucleare"
19 marzo 2011 - Maurizio Chierici
Fonte: Il Fatto Quotidiano - 19 marzo 2011

Recensione del manga "No alla guerra, no al nucleare".

I giapponesi sapevano di illuminare la vita con centrali nucleari che perdono acqua come secchi bucati? I silenzi dei giorni drammatici continuano con ipocrisie che vengono da lontano. Sapevano, ma guai a parlarne. È appena uscito in Italia No alla guerra, no al nucleare, manga di Rokuro Haku, edizione Altra Informazione. Manga vuol dire “immagini casuali”: a Tokyo i fumetti li chiamano così. Con la leggerezza di un Esopo 2000, Haku racconta i misteri dei palazzi dove nasce l’energia che fa del Giappone la terza potenza del mondo. Supertecnologia dalle gambe che tremano non per il terremoto: vecchie strutture nutrono il paradosso di una fragile modernità. Il libro sembra disegnato un minuto dopo lo tsunami, invece è in vetrina da tempo, buon successo anche se non paragonabile alle vendite stratosferiche dei cartoon giapponesi; dilagano in ogni continente, best-seller da 100 milioni di copie.

Nel 2010 è apparso al Festival del fumetto di Lucca, eppure sfogliandolo trasmette l’emozione della cronaca che accompagna la disperazione di chi adesso scappa. “Possibile?”, meraviglia della protagonista (non per caso si chiama Uranio, sorellina di Atomo) quando scopre un incidente, e il direttore della Tokyo Electric Power, Tecpo delle sciagure con le quali si fa i conti in queste ore, gira le spalle disarmato: non sa cos’è la “massa critica”. Sorveglia la prosperità dei bilanci e basta.

Rokuro Haku non ha inventato niente. La denuncia affogava nella disattenzione di chi non vuol sapere e far sapere. Ormai tutti sappiamo. Il nucleare avvelena la sua memoria: la madre aveva 24 anni il mattino del fungo di Nagasaki. Camminava “nel niente” per cercare le ombre della famiglia incenerita. “Appartengo alla seconda generazione degli Hibakusha”, immalinconisce Rokuro Haku, seconda generazione dei sopravvissuti al lampo di quel mattino. Non dimentica che lo “sviluppo della scienza può rendere felice l’umanità” ma può anche distruggerla. Per far pubblicare in Italia No alla guerra, no al nucleare si è bussato alla porta di tanti editori. Bello rispondevano. Ma quanto può vendere? E Carlo Gubitosa di Altra Informazione non si è arreso. Ecco il coraggio di farlo uscire con prenotazione in Internet.

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