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Una raffica di Wu Minchiate colpisce Nonciclopedia

Leggiamo stupiti le nuove minchiate dei WuWuWu.Ming.it, applaudite da tutta una folta schiera di intellettuali al caviale.
5 ottobre 2011 - Ulisse Acquaviva

Logo Nonciclopedia

Dal caso "Rossi Vs Nonciclopedia" e' partita come spin-off una nuova raffica di minchiate dei Wu Ming, che commentiamo per i nostri lettori.

Prima minchiata:

Il sedicente "Popolo della Rete" ha deciso di mobilitarsi... contro Vasco Rossi, per difendere da una censura mai avvenuta un sito dove si spacciano per "satira" l’aggressione in branco e il dichiarare ridacchiando (esempio di schifezza tra i tantissimi possibili) che Anna Frank se l’è cercata perché ebrea. Come al solito, chi si azzardava a esprimere dubbi e fare distinguo era un intellettuale di merda che "non capiva gli scherzi" e voleva censurare la Sacra Satira.

E' una minchiata perché la censura è avvenuta, infatti la pagina di Nonciclopedia su Vasco Rossi è stata rimossa, gettando via anche i legittimi contenuti satirici assieme ai presunti contenuti diffamatori.

E' una minchiata perché la voce su Anna Frank di Nonciclopedia è dissacrante, ma non antisemita. Per i tardi di comprendonio c'è scritto chiaramente che "per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente un articolo in proposito". Non mi sembra inoltre che ci sia scritto che "e l’è cercata perché ebrea".

Il bigottismo dei Wu Ming e della loro "religione intellettuale" ricorda molto il bigottismo dei preti che si scandalizzano delle barzellette sul Papa. Che ognuno si tenga i suoi tabù su cui non si può scherzare, le sue convinzioni ideologiche e le sue "scomuniche" laiche o clericali, senza però imporle ad altri come morale oggettiva assoluta.

Seconda minchiata:

La vicenda, poi, è finita a tarallucci di sterco e vino al metanolo, tanto da indurre in alcuni il sospetto che le parti in causa fossero d’accordo sin dall’inizio e sia stata tutta un’operazione di marketing, concordata e messa in atto sfruttando la credulità popolare e la voglia di linciare/lapidare il nemico di turno.

Ieri era Berlusconi che decideva cosa era legittimo trasmettere e cosa doveva sparire dal video perché "non era satira", ora ha lasciato il lavoro sporco ai Wu Ming, che decidono qual è la "non satira" che deve sparire dal web.

Ma è proprio così difficile capire che una pagina oscurata anche nei suoi contenuti legittimi e non solo in quelli diffamatori non è affatto un finale a "tarallucci e vino" ma una censura sotto minaccia di azioni legali ben diversa dalle operazioni di marketing? Ma si sa, per chi frequenta la Mondadori, tutto è riconducibile a marketing e markette.

Terza minchiata:

Credo che chiunque stia mettendo in discussione il retroterra fascista di certe pagine di Nonciclopedia (e di Radiopadania, e di Forza Nuova, certo: ma lì razzismo e fascismo sono dichiarati e rivendicati, non camuffati da goliardia) dovrebbe armarsi di pazienza, fare un salto in biblioteca o emeroteca, e sfogliare un paio di annate (consiglio il 1921-22, o il 1924-25) della stampa fascista o filofascista (nell’area del centro-nord quasi tutta la stampa locale era filo-), per vedere come veniva costruita l’immagine dell’antifascista da additare alle squadracce.

Con noi non attaccano questi giochetti da intellettuali da salotto: "se pensi che abbia torto è perché non hai studiato abbastanza". Se proprio dobbiamo cercare un fascismo elegante e apparentemente inocuo, lontano dalle dichiarazioni plateali del fascismo "abbaiato", di certo non lo troveremo nella nonciclopedia, ma più probabilmente nel manganello culturale e mediatico delle case editrici e delle televisioni del premier, che hanno sul loro libro paga anche questi intellettualoidi di finta sinistra che chiudono gli occhi davanti a milioni di menti plagiate dal loro datore di lavoro, e puntano il dito contro quattro pagine semisconosciute costruite per fare due risate e non certo per sdoganare sentimenti razzisti, fascisti o antisemiti.

Il manganello che si agita in nome della democrazia, della libertà e dell'antifascismo è il tipo più pericoloso che conosciamo.

Cari Wu Minchia, mesi fa siete stati deboli con i forti, e ricordiamo le vostre appassionate arringhe a difesa della Mondadori. Oggi fate i forti con i deboli, e trasformate un sito di cazzate nel serbatoio ideologico del neofascismo.

Ma non vi rendete conto quando citate Pasolini che siete diventati lo stereotipo di quella borghesia al caviale, autoreferenziale, perbenista, censoria e moralizzatrice che Pasolini ha provato a combattere fino alla fine?

 Terapia d'urto: fatevi un bel bagno di realtà, uscite sul web, e forse comincerete a capire la differenza tra la repressione delle idee a colpi di carte bollate e il libero esercizio dela scrittura creativa, anche per dire cazzate, anche per fare pernacchie letterarie, anche per fare cose che non incontrano il vostro gusto raffinato di penne da superclassifica.

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