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Antipolitica? Ma dov'è la politica?

Grillo rischia veramente di vincere le elezioni

Una classe politica imbelle comincia ad aver paura dell'"antipolitica"
5 settembre 2012 - Giovanni Matichecchia (giornalista)

Come era prevedibile è cominciata la controffensiva degli apparati partitici in risposta all’attacco dell’”antipolitica” (Renzi, Grillo e altri volgari qualunquisti). Un’etichetta che è stata apposta per squalificare i ribelli e qualificare gli apparati come gli unici abilitati a fare politica, quella vera, quella seria, quella “tosta”. Gli altri? Avventurieri, non saprebbero governare. Un amministratore di un rappresentativo ente locale lamenta il farsi strada del dileggio, dell’offesa, dell’attacco indistinto e volgare contro i politici. L’attacco al Quirinale? Inquietante! L’approssimarsi della campagna elettorale impone ai partiti tradizionali un riscatto. Se dovesse permanere questo clima di sfiducia per la politica, Grillo finisce veramente per vincere a man bassa. Ecco partire, allora, le prime bordare a un modo sguaiato di parlare nelle piazze. Un altro passaggio del nostro: l’antipolitica odia la complessità, si nutre di semplificazioni. E aggiunge: la democrazia è gestione della complessità. Senza dirlo esplicitamente, fa così intendere che l’antipolitica è antidemocratica. Bersani non usa perifrasi: Grillo (e quindi tutti coloro che lo seguono), è un fascista. Tutti questi Arcangeli Gabriele della democrazia trascurano qualche piccolo dato. La crisi che attraversa il nostro Paese ha avuto connotazioni più gravi che per gli altri stati perché molti politici erano troppo occupati a curare i personali interessi. Erano e sono al servizio delle lobbies. Hanno dato dell’Italia un’immagine disgustosa. Sono stati ripetutamente sorpresi con le mani nella marmellata. Per non parlare delle abitudini sessuali sbandierate ai quattro venti perché così avrebbero suscitato le invidie del genere maschile. Naturalmente il tutto condito dalla più cupa assenza di ogni forma di politica. Anche se loro chiamano politica soprattutto le beghe di partito. A tutto questo la gente si è ribellata. Non vuole più sentir parlare di questa politica. In tutto il mondo la gente si è ribellata, fa antipolitica. Perché tutto il mondo è antidemocratico e solo loro sono paladini della democrazia. Credo invece che Grillo abbia un programma politico ambizioso: mandare a casa questa classe politica imbelle. Se proprio non avesse altri obbiettivi questo basterebbe. Si va bene, ma poi chi governerà? A parte il fatto che siamo stati senza una guida per tanti anni e che quindi aspettare che qualche giovane si faccia le ossa non sarà poi così drammatico. Abbiamo avuto un governo tecnico di professori universitari che ci hanno fatto capire benissimo che hanno buttato al vento anni e anni di inutili studi. Per governare basta solo tanto buon senso e una precisa scelta di campo: stare dalla parte della gente, dei pensionati, dei lavoratori, degli ammalati, dei disabili, degli studenti, dei bambini. Oggi invece si amministra in nome e per conto del profitto, del capitale, del padronato presso il quale molti risultano iscritti a libro paga. Ben venga allora un vento di rinnovamento che spazzi tutto. Poiché sappiamo tutti che sta arrivando la tempesta, i politici e gli amministratori onesti saltino giù dalla nave che sta per affondare. Ah! Dimenticavo. Tutti sappiamo della correttezza del Capo dello Stato. Pare però che sia stato pizzicato in una telefonata a sparlare di questo e di quello. Se quella telefonata fosse stata resa pubblica avrebbe dovuto dimettersi perché tra i chiacchierati c’erano anche alcuni magistrati. Poiché lui è il capo della magistratura, nel momento della pubblicazione dell’intercettazione, avrebbe dovuto dimettersi. Ma come, ora uno non può neanche sbracarsi verbalmente quando parla con un amico. No! Vorremmo un capo dello Stato che è decoroso anche in privato e non solo in pubblico. Vogliamo cancellare la parola impunità dal nostro vocabolario.

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