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se Grillo io fossi....

15 ottobre 2012 - paolo de gregorio

Se accettiamo per buoni i sondaggi che danno Grillo e il suo movimento al 18%, risultato raggiunto senza soldi, senza ideologia, senza violenza, senza appoggio né di preti né di entità straniere, fondato sulla crisi irreversibile di tutti i partiti e su poche regole di salute pubblica discusse con i cittadini e messe nero su bianco in Rete, dobbiamo considerare questo fatto la più notevole novità POLITICA dal dopoguerra a oggi. 

 
Niente vi è di più falso e tendenzioso di definire questo movimento ANTIPOLITICA, visto che offre ai cittadini, disgustati e disillusi, una proposta di partecipazione POLITICA, rappresenta una valida alternativa alla passività dell’astensione e ha già ottenuto risultati proprio all’interno dei partiti in crisi, con la campagna delle due legislature e poi la ineleggibilità.

 
La rinuncia di Veltroni a candidarsi alle prossime elezioni e forse quella di D’Alema, a cui aggiungere la nuova regola interna del PD che parla di 3 legislature e poi a casa, sono fatti nuovissimi il cui merito esclusivo è della proposta del M5S . Cosa vi è di antipolitico in questo movimento che sblocca la vita interna del maggior partito italiano, per anni imbalsamata dai veti della nomenklatura inamovibile e autoreferenziale, è proprio un mistero. Bisogna proprio essere in malafede per affermare questa menzogna.

 
Gli effetti delle proposte di Grillo si possono notare anche nelle sbandierate (ma poco praticate) buone intenzioni della Casta di ridursi appannaggi, privilegi, vitalizi, auto blu, annusando l’aria che ogni scandalo che viene a galla, ogni ruberia di denaro pubblico, sono voti in più al M5S. Si ha l’impressione che la paura di perdere voti a favore di Grillo produca nei partiti un effetto moralizzatore maggiore dei moniti soporiferi di Napolitano e delle prediche dei Vescovi.

 
Comunque parlare di abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, abolizione dei vitalizi, diminuzione drastica degli stipendi dei parlamentari, dopo due legislature a casa, abolizione autoblu, referendum propositivi, trasformazione della RAI in Public Company con i cittadini che pagano il canone che eleggono il direttore generale, e molte altre regole di salute pubblica, è giusto ma non basta, e anche con il 20% degli eletti in Parlamento non si possono fare queste riforme.

 
Se io fossi Grillo proporrei a quel 57% di italiani che l’anno scorso ci fecero vincere i Referendum su acqua pubblica, no al nucleare, no all’impunità per Berlusconi, di considerare le prossime elezioni un Referendum sulla Casta politica, e chiederei la maggioranza assoluta per riscrivere le regole del gioco, la prima delle quali due legislature e poi a casa (retroattiva) azzererebbe il 90% degli attuali nominati in Parlamento.
Mi sembrerebbe una ambizione giusta quella di riscrivere le regole del gioco, compresa una nuova legge elettorale, per poi andare subito a nuove elezioni con la testa volta fondamentalmente alla economia e a fronteggiare la crisi.

 
Le emergenze sono due: lo sputtanamento dei partiti politici, che non sono giudicati all’altezza di affrontare i problemi e la crisi della economia. Affrontarle in due fasi mi sembra una cosa credibile, poiché soltanto una nuova classe politica potrà affrontare il dramma della economia, del lavoro, del futuro.

 
Quel 57% di italiani che ragionano e votano esiste, bisogna solo chiedergli il giusto, in modo comprensibile, spiegando che senza nuove regole saremo disarmati anche per governare la crisi, e in caso di vittoria, non sembrerebbe inopportuno immaginare un Monti bis pro-tempore, per il governo dell’economia e degli affari correnti, in attesa di votare con le nuove regole.

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