L'agenzia ANSA del primo agosto 2010 che racconta gli ultimi sviluppi della vicenda.

Roma, 1 agosto 2010. Dopo un «serrato confronto» con la Federazione italiana degli editori, il 21 luglio Poste Italiane ha presentato un'ipotesi di riassetto delle tariffe postali: lo annuncia la stessa Fieg, che definisce la proposta «il minore dei mali possibili» dopo la sospensione delle tariffe agevolate e l'insuccesso degli emendamenti «volti a risolvere almeno per il 2010 il rilevante problema finanziario causato alle imprese editrici». La Fieg si riserva una valutazione definitiva dopo l'iter di validazione amministrativa del nuovo assetto, che auspica sia «celere» perchè il passar del tempo «nuoce alle aziende». Resta comunque, a giudizio degli editori, «la grave iniquità di un intervento che incide su rapporti di abbonamento in corso, provoca pesanti sopravvenienze passive alle aziende per il 2010, scarica disfunzioni amministrative e gestionali sulle imprese senza nessuna regia pubblica». «Il 21 luglio scorso, dopo un serrato confronto con Fieg, Poste Italiane Spa - spiega la nota degli editori - ha presentato una proposta di nuovo assetto dei rapporti commerciali per la spedizione di prodotti editoriali, basato sui seguenti principi: 1.) la conservazione dell'attuale struttura delle tariffe che tiene conto dei volumi di spedito nonché del riconoscimento degli sconti percentuali a compensazione dei costi sostenuti dagli editori per il decentramento della postalizzazione; 2) l'introduzione di una ulteriore differenziazione tariffaria in base alle aree di destinazione degli abbonamenti (area metropolitana, capoluoghi di provincia e aree extraurbane); 3) un incremento del 38% medio della tariffa agevolata applicata fino al 31 marzo 2010 (a fronte del +100/+120% della tariffa intera applicata dal 1 aprile 2010) per il periodo 1 settembre 2010-31 agosto 2011. In particolare, tenendo conto della differenziazione per aree di destinazione, l'incremento è del 24% per le spedizioni destinate alle aree metropolitane, del 29% per le spedizioni destinate ai capoluoghi di provincia e del 43% per le spedizioni destinate alle aree extraurbane; 4) un incremento ulteriore, a partire dal 1 settembre 2011, di circa il 17% della tariffa applicata a partire dal 1 settembre 2010». Gli editori aderenti alla Fieg «guardano a tale risultato come il minore dei mali possibilì, dato il contesto in cui è avvenuto il confronto a seguito della sospensione delle tariffe agevolate per l'editoria disposta dal Decreto del Ministro dello sviluppo economico del 30 marzo 2010 e per effetto dell'insuccesso di emendamenti parlamentari volti a risolvere almeno per il 2010 il rilevante problema finanziario causato alle imprese editrici. La Fieg, «mentre si riserva alla definizione dell'iter di validazione amministrativa del nuovo assetto tariffario la valutazione compiuta della vicenda, che si auspica sia celere perchè ogni giorno che passa si aggrava il danno delle imprese, fin d'ora sottolinea la grave situazione in cui sono stati lasciati gli editori - si legge ancora nella nota - dopo il fallimento del tavolo tecnico-politico. Il trascorrere del tempo, infatti, nuoce alle aziende editoriali messe in condizione d'inferiorità proprio per effetto della totale e brusca eliminazione delle tariffe agevolate dal primo aprile. Nè va dimenticato che il Governo aveva promesso gradualità della riduzione delle risorse pubbliche e retroattività della nuova tariffa. Promesse disattese». «Ecco perchè - conclude la Fieg - la proposta finale di Poste è stata vista dagli editori come 'il minore dei mali possibilì, ma resta la grave iniquità di un intervento che incide su rapporti di abbonamento in corso, provoca pesanti sopravvenienze passive alle aziende per il 2010, scarica disfunzioni amministrative e gestionali sulle imprese senza nessuna regia pubblica». (ANSA).